Articolo TG Com24  | 1 febbraio 2019
(Tratto da TG Com24)

Mindful-eating: l’importanza di mangiare con consapevolezza

Uno stile di nutrizione che si propone di coniugare la nostra buona salute con il rispetto per il pianeta e la sostenibilità

Si parla sempre più spesso di stili di vita all’insegna della Mindfulness, termine che potremmo tradurre in italiano con la parola “consapevolezza”. In termini generali si tratta di un’attitudine che lega la conoscenza che abbiamo di noi stessi alla meditazione e a uno stile di vita rispettoso di sé, degli altri e dell’ambiente. Quando la mindfulness incontra i grandi temi dell’alimentazione, nasce il mindful-eating, ovvero uno stile di nutrizione consapevole che punta a creare un diverso rapporto con il cibo, più attento, corretto e rispettoso.

MAGIARE CONSAPEVOLE: CHE VUOL DIRE – Mindful Eating è un approccio che si propone di focalizzare l’attenzione sull’atto del mangiare in tutti i suoi aspetti: non solo quindi sui sapori, ma anche sulle sollecitazioni che arrivano da tutti i sensi al di là del gusto, ad esempio dalla vista e dall’olfatto. Grande importanza deve essere riservata anche ai pensieri e alle emozioni che emergono quando mangiamo. Questo tipo di approccio offre quindi una serie di strumenti che possono essere d’aiuto a chi ha un rapporto complicato con il cibo, ad esempio a chi soffre di fame nervosa, o tende a mangiare troppo e quindi a mettere su peso. Mangiare consapevole può contribuire al senso di appagamento che si prova a tavola, e insegnarci a scegliere gli alimenti più corretti per quel momento, in grado di soddisfare l’appetito, ma anche la mente e la sfera emotiva. Mangiare consapevole significa poi conoscere le caratteristiche dei diversi cibi e costruire un rapporto corretto e sano con quello che mettiamo in tavola.

IMPARIAMO A CONOSCERE I NOSTRI GUSTI – Alimentarsi in modo consapevole significa esplorare i diversi aspetti del cibo e scoprire quello che realmente ci piace o non ci piace. Prendiamo l’abitudine di concederci tutto il tempo necessario al nostro pasto, concentrando l’attenzione su quello che abbiamo nel piatto. La prima buona consuetudine, naturalmente, sta nell’allontanare tutte le fonti di distrazione come la televisione accesa, il cellulare che squilla o i post da pubblicare sui social. Sì invece a una buona conversazione, in toni sereni e distesi, magari per commentare le nostre sensazioni gustative. Cerchiamo di apprezzare tutti gli aspetti di quello che stiamo mangiando, a cominciare da colori, profumi, consistenze e aspetti tattili, e mentre mastichiamo, concentriamo l’attenzione sui cambiamenti che percepiamo nel sapore.

CONOSCIAMO LA NOSTRA FAME – Come scrive Jan Chozen Bays nel suo libro “Mindful Eating – Per riscoprire una sana e gioiosa relazione con il cibo” esistono addirittura nove tipi di fame diversa che riguardano rispettivamente i cinque sensi seguiti da stomaco, cellule, mente e cuore. Dopo aver soddisfatto i cinque sensi attraverso odori, colori, sapori e consistenze, il cibo comincia ad essere assorbito con la masticazione fino a che non arriviamo al senso di sazietà. Mangiare consapevole significa prestare attenzione a tutti questi aspetti e valutare quanto è pieno il nostro stomaco e quanto il cibo ha soddisfatto il nostro bisogno mentale e affettivo di cibo.

IL VALORE DEL CIBO – L’alimentazione consapevole ci aiuta anche a comprendere il valore di quello che mangiamo, tanto che uno dei primi atti del mindful eating sta nell’esprimere un ringraziamento per il cibo che abbiamo a disposizione. Siamo anche invitati a riflettere sul ruolo che hanno i diversi alimenti nel far funzionare il nostro organismo, fornendogli la “benzina” necessaria. Nello stesso tempo diventiamo consapevoli di quanto abbiamo realmente bisogno di mangiare per stare bene e di quanto cibo in più tendiamo a ingurgitare per motivi che non hanno nulla a che fare con le esigenze della nutrizione.

MANGIARE SANO E PERDERE PESO – Quando si recupera la consapevolezza di quanto è importante scegliere la “benzina” giusta per il nostro organismo, cominceremo quasi automaticamente a mangiare in modo più sano. Impareremo anche a fermarci quando ci sentiamo sazi perché saremo subito consapevoli di questa sensazione. Il fatto poi di consumare il pasto con ritmi più lenti e rilassati, trattenendosi a tavola qualche minuto in più al termine del pasto, darà tempo allo stomaco di trasmettere al cervello il senso di sazietà, che di solito impiega circa venti minuti per giungere a destinazione. Con l’abitudine impareremo dunque a mangiare di meno, perdendo qualche chilo di peso.

UN AIUTO PER IL PIANETA – Mangiare consapevole significa anche fare la spesa in modo più accorto, prediligendo i prodotti di stagione, imparando a leggere le etichette e a riconoscere il significato di sigle e sostanze fino a questo momento ancora misteriose. Significa anche scoprire la provenienza dei diversi alimenti e preferire quelli locali e, magari, biologici e privi di pesticidi, e più sostenibili per l’ambiente. E, a corollario di tutto questo, scopriremo anche l’importanza di scegliere cibi con imballaggi eco-sostenibili e faremo con più accuratezza la raccolta differenziata dei rifiuti.

Mangiare velocemente certi cibi può diventare uno schema condizionato che ruota attorno ai sentimenti di vergogna e all’ansia di essere scoperto.

Di Caroline Baerten | 27 luglio 2017 | Traduzione di Alessandra Pollina
(Tratto dal magazine Mindful)

Una comune espressione di vergogna è mangiare certi cibi segretamente e velocemente quando nessuno è in giro. Questa abitudine può proseguire per molti anni, non perché ci piace l’esperienza di mangiare in questo modo (a pochi piace), ma perché ci permette di ingannarci facendoci credere di non aver mangiato nulla di “proibito”. Spesso queste abitudini alimentari diventano un modello condizionato, con sentimenti di vergogna sottostanti – e l’ansia di essere scoperti – presenti di continuo.

La prima cosa che possiamo riconoscere è che questo segreto nascosto di “non essere o fare abbastanza” porta ad un grande dispendio di energia. Diventare consapevoli dei modi in cui la vergogna si sviluppa nella nostra esperienza è il primo passo per imparare a trattare noi stessi con più gentilezza.

Quali tipi di consapevolezza sono utili?

1. Diventare consapevoli dei pensieri ripetitivi che attraversano la mente quando la vita diventa difficile. Spesso sono dubbi che aleggiano su noi stessi, come “Io non sono degno di amore”, “Sono senza speranza”, “Sono inadeguato”, “Sono un fallimento.” “Sono fondamentalmente solo,” o ” Io non appartengo a niente e nessuno. “
2. Imparare a identificare le diverse manifestazioni della vergogna. A volte la vergogna si presenta come “il giudice interiore” (occupato in una continua auto-critica) o “il motivatore” (per il quale nulla è mai abbastanza).
3. Essere consapevoli della vergogna nel corpo. Gli occhi abbassati, la testa abbassata e una postura instabile sono tutte espressioni naturali di vergogna. Altre sensazioni fisiche che si verificano con la vergogna includono calore o arrossire.

Come possiamo lavorare con la vergogna e costruire più resilienza alla vergogna?

Il primo passo è impedire alla vergogna di crescere. Segretezza (tabù), silenzio e giudizio sono i tre combustibili che aiutano la vergogna a crescere esponenzialmente. Rompere il silenzio e sfidare i pensieri tabù sul mangiare sono parti essenziali del processo di guarigione.

Il secondo passo è concentrarsi sulla nostra comune umanità. Gli esseri umani nascono con il desiderio di essere amati e abbiamo bisogno l’uno dell’altro per sopravvivere. Pertanto, tutti noi cerchiamo l’approvazione e proviamo vergogna sociale quando percepiamo che non siamo adeguati. Quando comprendiamo che siamo tutti alle prese con gli stessi sentimenti e paure, possiamo entrare in contatto con la nostra comune umanità.

Il terzo passo è quello di consentire al disagio di essere presente. Ci vuole coraggio per esporre le nostre storie nascoste alla luce del sole, perché è molto più facile tenerle al buio. La Mindfulness si prende cura di ogni esperienza nel momento presente con curiosità e apertura, non importa se ci sono convinzioni negative o esperienze di vergogna.

Inoltre, portare compassione e gentilezza alla situazione può alleviare la sofferenza che rimane dopo l’autocritica. Respirare con consapevolezza  o ammorbidire le aree di tensione può aumentare la nostra tolleranza verso queste situazioni dolorose.

Infine, possiamo offrire a noi stessi parole di cura e gentilezza per essere in una situazione difficile. Parlare a noi stessi come parleremmo a qualcuno che amiamo, come i nostri figli o compagni. Cosa ci direbbe un amico molto compassionevole in questa situazione? Gesti compassionevoli e amorevoli possono aiutarci a trovare il nostro calore interiore, come un antidoto alle dure e fredde parole di vergogna.

Di Jan Chozen-Bays | 16 marzo 2018 | Traduzione di Alessandra Pollina
(Tratto dal blog di ME-CL)

Se non ci rendiamo conto di questo, prendiamo così tanto per scontato. Questo accade perché la nostra mente non è particolarmente interessata alle cose che funzionano bene, come la terra che fa crescere continuamente il nostro cibo, o il sole che appare sempre all’orizzonte all’alba, o l’acqua calda che scorre fuori dal rubinetto quando lo apriamo, o che per tutta la nostra vita abbiamo avuto più che abbastanza da mangiare ogni giorno. Solo quando viaggiamo o abbiamo un’emergenza e siamo privati ​​di queste cose ordinarie ci rendiamo conto di quali benedizioni ci sono state continuamente concesse.

La gratitudine è il riconoscimento che ci sono stati dati molti doni, non attraverso le nostre stesse azioni, ma attraverso la generosità di altre persone e anche attraverso fonti non umane come gli animali, la pioggia, la terra o Dio. I doni possono essere materiali (acqua pulita per fare il bagno e bere) o non materiali (supporto emotivo). Il mio primo insegnante Zen diceva: “Quando le persone mi dicono che si sentono colmi di gratitudine, so che la loro pratica meditativa sta funzionando”. Quando il cuore e la mente iniziano a calmarsi e ad aprirsi, le persone cominciano ad apprezzare che la loro vita è fatta non di una serie infinita di difficoltà, ma di un flusso continuo di doni.

Nel corso Mindful Eating-Conscious Living abbiamo diversi esercizi che ci aiutano ad aprirci ai doni di avere un corpo (qualunque sia la sua condizione) e cibo per nutrirlo (sia che ci piaccia ciò che ci viene servito o meno). Questi esercizi includono la Gratitudine per il corpo e il Guardare profondamente dentro il nostro cibo.

La ricerca mostra che le persone che fanno una semplice pratica, scrivendo diverse cose per cui sono grati alla fine della giornata, hanno un aumento in tutti i seguenti ambiti: umore positivo, soddisfazione per la vita, ottimismo per la settimana che sta inziando, sentimenti di connessione con gli altri, e anche la qualità del sonno.

Ogni volta che ci sediamo assieme al nostro corpo in meditazione, ogni volta che ci sediamo a mangiare (ci si siede per mangiare e per meditare, giusto?) abbiamo l’opportunità di entrare in contatto con il nostro innato senso di gratitudine e di aumentare la nostra soddisfazione per il cibo e per la nostra intera vita. Questo è un modo semplice ed efficace per nutrire la Fame di Cuore.

Il teologo Dietrich Bonhoeffer scrisse: “Nella vita ordinaria non ci rendiamo conto che riceviamo molto più di quanto diamo, e che è solo con la gratitudine che la vita diventa ricca”.

Fai una pausa e chiediti: “Per cosa sono grato adesso?” Che cosa succede?

Per una settimana, ogni notte prima di andare a dormire, puoi provare a pensare a tre cose per cui sei grato, che ti sono successe durante il giorno?

Jan Chozen Bays, Stati Uniti